Dovrebbe esserci quella bottiglia di Trebbiano dell’anno scorso.

Valle Reale se non ricordo male.

Sì, è lei!

La apro velocemente, ne verso un po’ nel bicchiere e comincio a cenare.

Primo sorso. Trebbiano. Bel colore, dorato, cristallino, anzi direi quasi brillante. Hai capito che bella luce sto vinello…

Profumi? Sì, ma… E il gusto? Ok, però…

Torno così al mio persico ed allo scambio dei racconti della giornata con mia moglie, alle patate di contorno ed alle risatine con la piccoletta.

Nel frattempo, evidentemente, succede qualcosa.

I sorsi si fanno sempre più interessanti.

Rifletto e realizzo che non posso avere nel bicchiere un vinello così, di quelli da due lire.

Penso che qualche minuto prima avevo ignorato dei fin troppo eloquenti dettagli visivi.

Al naso ora esplode un complesso ed elegante bouquet di fiori appassiti, frutti gialli e tropicali maturi, miele e sentori minerali.

Secco, caldo, morbido al palato. E ancora, sapido, intenso, equilibrato, persistente.

Un bianco di corpo, armonico, sicuramente già maturo ma che, se non avessi “sbagliato” bottiglia, avrebbe potuto evolvere ancora per qualche anno.

Perfino l’abbinamento con quel filetto di persico al cartoccio sembrava quasi accuratamente cercato.

Resta il rammarico di non aver apprezzato con la dovuta consapevolezza la 1.422esima bottiglia delle 3.820 prodotte di Trebbiano d’Abruzzo Valle Reale “Vigna del Convento di Capestrano” 2018 e probabilmente di non averla valorizzata a dovere…

…ma in fin dei conti, mi godo la sorpresa di una inattesa degustazione alla cieca di un eccezionale Trebbiano in purezza.

E per questa sera sono contento così!

Valle Reale Società Agricola
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